In un'epoca in cui la transizione verso fonti di energia rinnovabili è diventata imperativa per la sostenibilità ambientale, l'Italia sta facendo passi da gigante nell'adozione dell'energia solare.
In questo scenario, il Gestore dei Servizi Energetici (GSE) gioca un ruolo fondamentale, agendo come catalizzatore per l'integrazione delle energie rinnovabili nel tessuto energetico nazionale.
Questo articolo mira a esplorare il panorama degli impianti fotovoltaici in Italia e a chiarire il ruolo del GSE riguardo ad aspetti tecnici e normativi.
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L'Italia, grazie alla sua posizione geografica, gode di un'elevato irraggiamento medio annuale, posizionandosi come uno dei paesi europei più favoriti per lo sviluppo dell'energia fotovoltaica.
Questo vantaggio naturale, unito a un quadro normativo in costante evoluzione, ha permesso una rapida diffusione degli impianti fotovoltaici sul territorio nazionale.
Al giorno d'oggi, l'Italia conta oltre 30 Gigawatt di capacità fotovoltaica installata, una cifra che pone il paese tra i leader mondiali nel settore dell'energia solare.
La crescita del fotovoltaico in Italia è stata sostenuta da diversi fattori:
Gli impianti vanno dai grandi parchi solari alle installazioni residenziali, con un numero crescente di aziende e famiglie che scelgono di produrre energia pulita per autoconsumo, contribuendo in modo attivo alla transizione energetica del paese.
Oltre ai benefici ambientali, l'energia solare offre anche vantaggi economici significativi.
Per le famiglie e le aziende, l'installazione di un impianto fotovoltaico rappresenta un'opportunità per ridurre la dipendenza energetica da fonti fossili, con un conseguente risparmio sulle bollette elettriche. Inoltre, il settore fotovoltaico è un catalizzatore di crescita economica, promuovendo lo sviluppo tecnologico e la creazione di nuovi posti di lavoro.
L'installazione di un impianto fotovoltaico richiede la considerazione di vari aspetti tecnici per ottimizzare l'efficienza e garantire la sicurezza.
Tra questi:
Inoltre, è fondamentale un'attenta valutazione delle condizioni strutturali degli edifici su cui verranno installati i pannelli e della loro capacità di sopportare il peso dell'impianto, così come una scelta accurata di un fornitore affidabile per la realizzazione del lavoro.
Le installazioni fotovoltaiche in Italia sono regolate da un complesso quadro normativo che mira a garantire la sicurezza, l'efficienza e la sostenibilità degli impianti.
Le norme tecniche di riferimento riguardano la progettazione, l'installazione, la messa in esercizio e la manutenzione degli impianti fotovoltaici, oltre alle procedure per la connessione alla rete elettrica.
È in questo contesto che si colloca il GSE, ossia il Gestore dei Servizi Energetici, che si occupa di regolamentare le immissioni in rete di energia tramite il contratto di Scambio Sul Posto (SSP) o di Ritiro Dedicato (RID).
Entriamo nel dettaglio.
Il Gestore dei Servizi Energetici (GSE) rappresenta un pilastro fondamentale nel settore energetico italiano, avendo il compito di amministrare gli incentivi per coloro che generano energia da fonti rinnovabili.
La collaborazione con il GSE diventa essenziale per il proprietario di un impianto fotovoltaico, sia per l'avvio delle pratiche incentivanti sia per la gestione delle comunicazioni periodiche relative alla produzione energetica con il distributore.
Attraverso il meccanismo dello scambio sul posto, è possibile realizzare uno "scambio" energetico parziale con la rete, consentendo di bilanciare l'energia prodotta e non utilizzata con quella prelevata in momenti di minore produzione, come durante la notte.
Questo processo porta a un beneficio economico, erogato ogni anno a giugno dal GSE direttamente sul conto corrente dell'utente e calcolato sulla base dei dati di produzione/consumo dell'anno solare precedente forniti dal distributore di energia. È importante sottolineare che per l'installazione di un impianto fotovoltaico non è necessario informare il proprio fornitore di energia elettrica, il quale registrerà semplicemente una riduzione dei consumi, riflettendola in bollette meno onerose.
Lo scambio sul posto resterà ancora per almeno tutto il 2024 ma è destinato a concludersi.
Al suo posto verrà introdotto il ritiro dedicato (RID), già operativo da anni per gli impianti di dimensioni elevate e per gli impianti che hanno goduto del Superbonus.
Il ritiro dedicato prevede una forma di remunerazione minore in quanto riconosce solo il prezzo medio dell’energia elettrica nazionale (PUN), mentre lo scambio sul posto riconosce anche alcune voci di costo della bolletta elettrica, fino al raggiungimento del consumo.
Un altro vantaggio dello scambio sul posto rispetto al ritiro dedicato è che quest’ultimo è considerato reddito e deve essere inserito nel modello 730, mentre lo scambio sul posto no.
In generale avere a che fare con il GSE è piuttosto complicato, sia per avere un canale di comunicazione, sia per la complicazione amministrativa e dei termini utilizzati. Anche per questo è fondamentale avere un installatore esperto e capace di dare supporto nella complessa interazione con questo ente.
Oltre allo scambio sul posto, l'elettricità in eccesso generata può essere venduta al mercato a una tariffa prefissata, trasformandola in un'ulteriore fonte di guadagno. Questa opzione è tuttavia riservata ai grandi impianti in grado di interfacciarsi direttamente con il mercato dell'energia elettrica.
L'immissione di energia nel sistema non solo allevia il carico sulle centrali elettriche durante i picchi di domanda, favorendo un equilibrio più stabile della rete, ma promuove anche un modello di generazione elettrica più sostenibile, incentivando l'uso di fonti rinnovabili.
Per usufruire dello scambio sul posto, è indispensabile dotarsi di un contatore bidirezionale, capace di misurare sia l'energia immessa in rete che quella prelevata, facilitando il calcolo preciso dei flussi energetici e dei relativi compensi economici.
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