Quando si installa un impianto fotovoltaico, molti pensano che tutto ruoti attorno alla pratica GSE.
È un’idea molto diffusa — e comprensibile — ma non corretta.
La pratica GSE è certamente fondamentale, ma rappresenta solo l’ultimo passaggio di un iter ben più ampio che coinvolge prima di tutto il distributore locale di energia.
In questo articolo ti spieghiamo:
Il percorso ufficiale per attivare un impianto fotovoltaico parte sempre dalla richiesta di connessione al distributore della zona.
In Italia i principali sono:
Questa fase è essenziale perché permette al distributore di valutare:
Documenti tipici richiesti:
Da questo momento parte un flusso che può seguire due percorsi: iter semplificato oppure iter standard.
Si applica quando:
In questo caso tutto il flusso viene gestito in automatico dal sistema del distributore:
Attenzione: anche se è “semplificato” e automatizzato c’è comunque la possibilità che si verifichi qualche blocco e quindi la necessità di intervenire manualmente nell’invio di pratiche e documentazioni.
Tempistiche medie: 30–40 giorni.
Si usa quando:
Qui ogni passaggio va gestito manualmente:
Tempistiche medie: 90–120 giorni.
In entrambi gli iter, è previsto un passaggio con l’amministrazione comunale:
Senza questo step il distributore non può procedere.
Gaudì è il database nazionale dove vengono registrati tutti gli impianti di generazione italiani.
La registrazione è indispensabile per procedere verso l’attivazione.
|
Iter semplificato |
Iter standard |
|
|
Quando si applica |
Impianti fotovoltaici fino a 200 kW, pannelli complanari alla falda, nessun vincolo paesaggistico |
Impianti oltre 200 kW, modifiche ad impianti esistenti, presenza di vincoli o richieste paesaggistiche |
|
Gestione del flusso |
Quasi totalmente automatizzata dal sistema del distributore |
Manuale e gestita passo per passo dal tecnico o dall’installatore |
|
Comunicazione al Comune |
Invio PEC automatico dal sistema del distributore |
SCIA/CILA o autorizzazione paesaggistica da presentare manualmente |
|
Apertura Gaudì / Terna |
Automatico tramite interscambio dati |
Manuale: apertura del profilo e caricamento dati |
|
Interventi dell’installatore |
Ridotti (solo controllo avanzamento e gestione eccezioni) |
Elevati: invio documenti, risoluzione richieste, caricamenti tecnici |
|
Rischio rallentamenti |
Medio: i flussi automatici a volte si bloccano |
Alto: più passaggi manuali → più possibilità di ritardi |
|
Tempistiche medie |
30–40 giorni |
90–120 giorni |
|
Tipologia di documentazione |
Base: dati anagrafici, bolletta, schede impianto |
Estesa: documenti tecnici, autorizzazioni, pratiche comunali |
|
Ideale per |
Impianti residenziali e commerciali semplici |
Impianti industriali complessi o con vincoli urbanistici |
|
Punto di forza |
Rapidità e automatismi |
Flessibilità e gestione di casi complessi |
|
Principale criticità |
Possibili blocchi dei sistemi automatici |
Maggiore carico burocratico e tempi più lunghi |
Una volta conclusi gli step precedenti, il distributore procede con l’attivazione ufficiale.
Oggi l’operazione è quasi sempre da remoto, senza intervento fisico in campo.
Cosa succede:
Il contatore di produzione non è più obbligatorio.
Serve solo in contesti specifici: ad esempio per partecipare a una Comunità Energetica Rinnovabile (CER) insieme a una batteria.
Dopo l’attivazione da parte del distributore, si può finalmente aprire la pratica GSE fotovoltaico.
È l’ultimo step dell’iter.
Il suo scopo è:
Oggi il RID è l’unico meccanismo disponibile per i nuovi impianti (dal 29 maggio 2025 lo Scambio sul Posto non è più attivabile).
Sempre più spesso, dopo l’attivazione del contatore bidirezionale, il contratto RID viene aperto automaticamente dal sistema GSE, senza necessità di interventi manuali.
Tuttavia, controllare la correttezza dei dati caricati resta fondamentale per evitare ritardi.
Una volta arrivati al GSE, servono:
Documenti tecnici
Documenti amministrativi
Documenti fiscali
Documenti autorizzativi
Il RID è il meccanismo base con il quale il GSE acquista l’energia elettrica che immetti in rete.
Dopo la dismissione dello Scambio sul Posto, dal 29 maggio 2025 il RID è diventato l’unica modalità standard per valorizzare l’energia prodotta dai nuovi impianti fotovoltaici.
Come funziona il RID
Perché è importante
Quando conviene
Per impianti che producono più energia di quanta ne consumano, per impianti industriali con produzione discontinua, per soggetti che non aderiscono a una CER.
È importante ricordare che il RID è soggetto a tassazione.
Con il RID, le somme incassate costituiscono redditi diversi da dichiarare nella propria dichiarazione dei redditi (quadro D del modello 730 (rigo D5) - quadro RL nel modello redditi PF rigo RL14)
Le CER rappresentano un modello completamente diverso dal RID.
Sono comunità costituite da cittadini, aziende, enti pubblici che condividono energia rinnovabile.
L’obiettivo non è vendere energia, ma condividere e ottimizzare l’autoconsumo locale.
Come funziona una CER
Quando conviene aderire a una CER
Ancora oggi oltre il 30% delle pratiche GSE viene sospeso o respinto.
Gli errori tipici:
Best practice:
La gestione completa di un impianto fotovoltaico richiede competenze:
CarbOFF segue interamente l’iter:
Riduciamo i tempi, evitiamo errori e garantiamo una procedura fluida dal primo documento fino alla remunerazione dell’energia immessa in rete.
La pratica GSE fotovoltaico è un passaggio fondamentale ma è solo l’ultimo step di un processo molto più ampio.
Prima vengono la connessione al distributore, le comunicazioni al Comune, l’apertura del profilo Gaudì e l’attivazione del contatore bidirezionale.
Con CarbOFF puoi affrontare l’intero iter senza complicazioni: un team dedicato gestisce pratiche, documenti e portali digitali, garantendo tempi certi e zero stress.
Richiedi ora una consulenza gratuita: ti accompagniamo passo per passo nell’attivazione del tuo impianto fotovoltaico.