Per le aziende energivore — manifattura, logistica, industria alimentare, chimica, metalmeccanica, GDO — comprendere dimensioni, tensione di consegnae configurazione di un impianto fotovoltaico è essenziale per progettare un investimento energetico realmente efficiente.
La corretta progettazione non riguarda infatti solo la superficie di pannelli, ma anche potenza, capacità di connessione, sistemi di accumulo, compatibilità con macchinari energivori e soprattutto l’evoluzione delle tariffe elettriche dinamiche, che stanno rivoluzionando la redditività degli impianti in tutta Europa.
Ne parliamo nell’articolo.
Quando si progetta un impianto fotovoltaico per un’azienda, il tema delle dimensioni non riguarda soltanto “quanti pannelli installare”.
Entra in gioco un insieme più ampio di variabili: dalla potenza necessaria per sostenere i processi produttivi alla superficie realmente disponibile in copertura, passando per il profilo dei consumi orari e per eventuali vincoli imposti dal distributore.
In questo contesto, capire come si definisce la taglia corretta di un impianto diventa un passaggio fondamentale per garantire ritorno dell’investimento, efficienza e continuità operativa.
Le aziende industriali rientrano generalmente in questi intervalli:
La scelta della potenza non dipende solo dalla superficie disponibile, ma dal profilo di consumo orario, dalla connessione alla rete, dagli eventuali limiti del distributore e dalla presenza di macchinari ad alto assorbimento (forni, compressori, pompe, HVAC industriale).
Dopo aver definito la potenza ideale dell’impianto, è necessario valutare con precisione lo spazio effettivamente installabile e la configurazione elettrica più adatta all’ambiente industriale.
La superficie in copertura determina quanto si può realmente installare, mentre la scelta degli inverter e dell’architettura elettrica influisce direttamente su efficienza, sicurezza e integrazione con i macchinari aziendali.
In media, lo spazio necessario varia in base alla tecnologia dei moduli:
La parte elettrica deve essere progettata per garantire stabilità e continuità operativa, soprattutto nei siti produttivi che lavorano su più turni.
Le soluzioni più diffuse includono:
Quando si progetta un impianto fotovoltaico in ambito industriale, il livello di tensione non è un parametro che si sceglie, perché dipende esclusivamente dalla tensione di fornitura dell’azienda e dalle regole del distributore locale.
Tutti gli impianti fotovoltaici producono energia in bassa tensione, che viene utilizzata in stabilimento così com’è. Il tema della tensione entra in gioco solo nel momento in cui l’energia deve essere immessa in rete, e il livello di consegna deve essere coerente con quello della fornitura elettrica del cliente.
Possono essere connessi in bassa tensione, a condizione che anche la fornitura del cliente sia in bassa tensione.
È il distributore a stabilire se la connessione debba avvenire in bassa o media tensione. Tuttavia, se l’azienda è già servita in media tensione, anche l’impianto fotovoltaico dovrà consegnare energia in media tensione.
Se la fornitura è in bassa tensione ma l’impianto raggiunge i 200 kW, il distributore può imporre l’installazione di una cabina MT per la consegna in media tensione.
Devono immettere energia in alta tensione, collegandosi alla rete nazionale TERNA e non alla rete di media tensione del distributore locale.
Anche se non si può “scegliere” arbitrariamente la tensione di connessione, questa influisce su:
In definitiva, una corretta valutazione della tensione di connessione permette di progettare un impianto fotovoltaico perfettamente integrato con l’azienda, ottimizzando efficienza, conformità tecnica e costi di realizzazione.
La scelta della dimensione ideale di un impianto fotovoltaico in ambito industriale non è un esercizio matematico, ma un processo che richiede una visione complessiva del modo in cui l’azienda consuma energia.
Ogni stabilimento ha un proprio “ritmo energetico”: ci sono realtà che lavorano su tre turni continui, altre che concentrano i consumi nelle prime ore del mattino, altre ancora con macchinari che assorbono potenza in modo intermittente.
Per questo motivo il dimensionamento non può limitarsi a calcolare quanti kW si possono installare sul tetto.
Serve un’analisi più ampia che tenga conto del comportamento reale dell’azienda, del suo fabbisogno energetico e delle opportunità offerte dalle tecnologie più recenti, come l’accumulo e le tariffe dinamiche.
In alcuni casi addirittura è l’impianto fotovoltaico che suggerisce modifiche all’organizzazione aziendale per permettere un maggiore autoconsumo. Ad esempio possono essere cambiati i turni della pausa pranzo per sfruttare al massimo il picco di produzione delle ore centrali della giornata.
La prima domanda da porsi è semplice: quando consuma energia l’azienda?
Un impianto dimensionato correttamente segue il ritmo dei consumi, evitando sovrapproduzioni inutili e massimizzando l’autoconsumo.
Tradizionalmente, gli impianti industriali sono progettati per ridurre al minimo l’energia immessa in rete.
Tuttavia, l’arrivo delle tariffe dinamiche sta rendendo la vendita più interessante in determinati momenti della giornata, aprendo la strada a nuovi modelli di redditività.
La superficie installabile resta un fattore chiave, ma deve essere valutata considerando:
Ogni progetto industriale deve confrontarsi con i vincoli del distributore locale.
Questi possono influire su:
Sempre più aziende scelgono sistemi di accumulo per gestire:
Le batterie, insieme a sistemi di gestione intelligente dell’energia, stanno diventando parte integrante del dimensionamento, non un semplice accessorio.
La progettazione di un impianto fotovoltaico industriale aziendale sta diventando sempre più strategica: non si tratta più solo di valutare quanta superficie è disponibile o quanta potenza si può installare, ma di comprendere l’intero ecosistema energetico dell’azienda.
In questo scenario, avere un partner in grado di analizzare consumi, infrastruttura elettrica, potenzialità di produzione e modelli di valorizzazione dell’energia diventa fondamentale per massimizzare l’investimento.
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