Per le aziende energivore — manifattura, logistica, industria alimentare, chimica, metalmeccanica, GDO — comprendere dimensioni, tensione di consegnae configurazione di un impianto fotovoltaico è essenziale per progettare un investimento energetico realmente efficiente.
La corretta progettazione non riguarda infatti solo la superficie di pannelli, ma anche potenza, capacità di connessione, sistemi di accumulo, compatibilità con macchinari energivori e soprattutto l’evoluzione delle tariffe elettriche dinamiche, che stanno rivoluzionando la redditività degli impianti in tutta Europa.
Ne parliamo nell’articolo.
Impianti fotovoltaici: dimensioni per i settori industriali
Quando si progetta un impianto fotovoltaico per un’azienda, il tema delle dimensioni non riguarda soltanto “quanti pannelli installare”.
Entra in gioco un insieme più ampio di variabili: dalla potenza necessaria per sostenere i processi produttivi alla superficie realmente disponibile in copertura, passando per il profilo dei consumi orari e per eventuali vincoli imposti dal distributore.
In questo contesto, capire come si definisce la taglia corretta di un impianto diventa un passaggio fondamentale per garantire ritorno dell’investimento, efficienza e continuità operativa.
Potenza installabile: range tipici nell’industriale
Le aziende industriali rientrano generalmente in questi intervalli:
- 100–200 kW: piccole aziende, artigianato evoluto, attività con consumi intermedi.
- 200–500 kW: logistica, manifattura leggera, magazzini automatizzati.
- 500 kW – 1 MW: industrie con impianti produttivi continuativi.
- >1 MW: stabilimenti energivori (metallo, vetro, chimica, automazione).
La scelta della potenza non dipende solo dalla superficie disponibile, ma dal profilo di consumo orario, dalla connessione alla rete, dagli eventuali limiti del distributore e dalla presenza di macchinari ad alto assorbimento (forni, compressori, pompe, HVAC industriale).
Superficie disponibile e configurazione elettrica
Dopo aver definito la potenza ideale dell’impianto, è necessario valutare con precisione lo spazio effettivamente installabile e la configurazione elettrica più adatta all’ambiente industriale.
La superficie in copertura determina quanto si può realmente installare, mentre la scelta degli inverter e dell’architettura elettrica influisce direttamente su efficienza, sicurezza e integrazione con i macchinari aziendali.
Superficie richiesta
In media, lo spazio necessario varia in base alla tecnologia dei moduli:
- 5–6 m² per kW con pannelli standard
- 3,5–4,5 m² per kW con pannelli ad alta efficienza
- Necessità di considerare ombreggiamenti, orientamento e camminamenti tecnici
- Possibile esclusione di aree non idonee per carichi strutturali o vincoli edilizi
Configurazione elettrica
La parte elettrica deve essere progettata per garantire stabilità e continuità operativa, soprattutto nei siti produttivi che lavorano su più turni.
Le soluzioni più diffuse includono:
- Inverter di stringa: ideali per impianti modulari e coperture con zone eterogenee
- Inverter centralizzati: utilizzati su impianti oltre 1 MW per maggiore uniformità e manutenzione semplificata
- Sistemi ibridi con accumulo: sempre più diffusi grazie ai vantaggi economici legati alle tariffe dinamiche
- Quadri e protezioni dedicate per interfacciarsi correttamente con la BT o la MT aziendale
Tensione di consegna degli impianti industriali
Quando si progetta un impianto fotovoltaico in ambito industriale, il livello di tensione non è un parametro che si sceglie, perché dipende esclusivamente dalla tensione di fornitura dell’azienda e dalle regole del distributore locale.
Tutti gli impianti fotovoltaici producono energia in bassa tensione, che viene utilizzata in stabilimento così com’è. Il tema della tensione entra in gioco solo nel momento in cui l’energia deve essere immessa in rete, e il livello di consegna deve essere coerente con quello della fornitura elettrica del cliente.

Come funziona la connessione alla rete
Impianti fino a 100 kW
Possono essere connessi in bassa tensione, a condizione che anche la fornitura del cliente sia in bassa tensione.
Impianti tra 100 e 200 kw
È il distributore a stabilire se la connessione debba avvenire in bassa o media tensione. Tuttavia, se l’azienda è già servita in media tensione, anche l’impianto fotovoltaico dovrà consegnare energia in media tensione.
Caso particolare: cliente in BT che installa un impianto da 200 kW
Se la fornitura è in bassa tensione ma l’impianto raggiunge i 200 kW, il distributore può imporre l’installazione di una cabina MT per la consegna in media tensione.
Impianti sopra 1 MW senza autoconsumo
Devono immettere energia in alta tensione, collegandosi alla rete nazionale TERNA e non alla rete di media tensione del distributore locale.
Perché la tensione conta comunque nella progettazione
Anche se non si può “scegliere” arbitrariamente la tensione di connessione, questa influisce su:
- modalità di integrazione dell’impianto con l’infrastruttura aziendale
- costi e tempistiche di connessione
- necessità di cabine MT o AT
- gestione dei flussi energetici e dell’eventuale energia immessa in rete
In definitiva, una corretta valutazione della tensione di connessione permette di progettare un impianto fotovoltaico perfettamente integrato con l’azienda, ottimizzando efficienza, conformità tecnica e costi di realizzazione.
Come si dimensiona correttamente un impianto industriale
La scelta della dimensione ideale di un impianto fotovoltaico in ambito industriale non è un esercizio matematico, ma un processo che richiede una visione complessiva del modo in cui l’azienda consuma energia.
Ogni stabilimento ha un proprio “ritmo energetico”: ci sono realtà che lavorano su tre turni continui, altre che concentrano i consumi nelle prime ore del mattino, altre ancora con macchinari che assorbono potenza in modo intermittente.
Per questo motivo il dimensionamento non può limitarsi a calcolare quanti kW si possono installare sul tetto.
Serve un’analisi più ampia che tenga conto del comportamento reale dell’azienda, del suo fabbisogno energetico e delle opportunità offerte dalle tecnologie più recenti, come l’accumulo e le tariffe dinamiche.
In alcuni casi addirittura è l’impianto fotovoltaico che suggerisce modifiche all’organizzazione aziendale per permettere un maggiore autoconsumo. Ad esempio possono essere cambiati i turni della pausa pranzo per sfruttare al massimo il picco di produzione delle ore centrali della giornata.

Profilo dei consumi orari
La prima domanda da porsi è semplice: quando consuma energia l’azienda?
Un impianto dimensionato correttamente segue il ritmo dei consumi, evitando sovrapproduzioni inutili e massimizzando l’autoconsumo.
Autoconsumo vs. vendita
Tradizionalmente, gli impianti industriali sono progettati per ridurre al minimo l’energia immessa in rete.
Tuttavia, l’arrivo delle tariffe dinamiche sta rendendo la vendita più interessante in determinati momenti della giornata, aprendo la strada a nuovi modelli di redditività.
Spazio disponibile su copertura
La superficie installabile resta un fattore chiave, ma deve essere valutata considerando:
- orientamento e inclinazione
- eventuali ombreggiamenti
- portata strutturale della copertura
- camminamenti tecnici obbligatori
Limiti del distributore
Ogni progetto industriale deve confrontarsi con i vincoli del distributore locale.
Questi possono influire su:
- potenza massima installabile
- tempi di connessione
- costi aggiuntivi legati a opere sulla rete
- necessità di una cabina di trasformazione o di sistemi di accumulo
Accumulo integrato
Sempre più aziende scelgono sistemi di accumulo per gestire:
- consumi serali
- picchi di produzione
- strategie di arbitraggio energetico con dynamic pricing
Le batterie, insieme a sistemi di gestione intelligente dell’energia, stanno diventando parte integrante del dimensionamento, non un semplice accessorio.
La progettazione di un impianto fotovoltaico industriale aziendale sta diventando sempre più strategica: non si tratta più solo di valutare quanta superficie è disponibile o quanta potenza si può installare, ma di comprendere l’intero ecosistema energetico dell’azienda.
In questo scenario, avere un partner in grado di analizzare consumi, infrastruttura elettrica, potenzialità di produzione e modelli di valorizzazione dell’energia diventa fondamentale per massimizzare l’investimento.
CarbOFF supporta le aziende industriali nella progettazione di impianti fotovoltaici avanzati, integrati con sistemi di accumulo, monitoraggio intelligente e strategie di ottimizzazione energetica basate sui nuovi modelli tariffari europei.
- Analisi tecnica del sito e dei consumi
- Studio delle dimensioni ottimali dell’impianto
- Simulazioni economiche con e senza batterie
- Strategie per l’autoconsumo, la vendita e l’arbitraggio energetico
- Supporto completo nell’iter autorizzativo e nella connessione alla rete
Vuoi capire qual è la dimensione corretta del tuo prossimo impianto fotovoltaico e quali vantaggi puoi ottenere dalle nuove tariffe dinamiche?
Contatta CarbOFF: trasformiamo il tuo impianto in un vero asset strategico per la tua azienda.